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Trento, 19 novembre 2007
RECUPERARE AL PUBBLICO I RUDERI DI PIETRAPIANA
Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici per l’Unione

All'inizio degli anni '90, la Giunta provinciale – su pressanti sollecitazioni del gruppo verde - ha attuato un intervento conservativo dell’antica torre di Pietrapiana, quel che resta del castello medioevale sito a Gabbiolo di Povo-Trento, su uno sperone roccioso a picco sulla val Nigra.

I lavori sono durati alcuni anni ed hanno messo in sicurezza lo storico manufatto compromesso da crepe e crolli che ne pregiudicavano la stabilità.

Questo castello è stato protagonista nella storia di Trento. Pur essendo incerta la data di costruzione, le prime notizie documentate risalgono al 1246. Era la residenza del nobile Enrico de Predaplana vassallo del principe di Trento. Nel 1285 fu infeudato ai Belenzani e nel 1407 il castello fu uno dei capisaldi della rivolta popolare trentina guidata da Rodolfo Belenzani che lì risiedeva, e fu espugnato da Enrico di Rottenburg che se ne approprio. Venne poi assegnato ai dalla Muda che assunsero il nome di Pietrapiana.

Di questa famiglia viene ricordato Giorgio di Pietrapiana, condottiero imperiale, artefice della sconfitta dell’esercito veneziano di Roberto Sanseverino del 1487 nella battaglia di Calliano che blocco definitivamente la penetrazione della repubblica veneziana nel Trentino. Nel 1567 il castello venne comprato da Simone de Girardis di Mori e rimase della famiglia Girardi fino al 1880. Successivamente venne progressivamente abbandonato e parzialmente demolito per costruire una più comoda residenza nobiliare nelle vicinanze del castello acquistata in quell’epoca dalla famiglia Giongo proveniente da Lavarone.

Il rudere è tuttora di proprietà privata e risulta di difficile accesso ai visitatori.

Ciò premesso

si interroga il Presidente e l’Assessore competente per sapere:

1. se è a conoscenza dell'esistenza di convenzioni fra i proprietari e l’amministrazione provinciale concernenti la possibilità di apertura al pubblico dell’ area a bosco circostante l’antica torre;

2. se non ritiene opportuno attivarsi per rendere accessibile questo sito di interesse storico e culturale per la città di Trento ed in particolare per la collina est, valorizzando il lavoro di restauro eseguito dal servizio beni monumentali ed architettonici della provincia.

Cons. Roberto Bombarda

     

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